top of page
Cerca
  • Immagine del redattoreastriddante

Insegnanti e genitori in quarantena

Aggiornamento: 30 apr 2020



Da tempo ormai si cerca di rendere la scuola non solo un luogo in cui apprendere nozioni, ma un laboratorio dell’apprendimento, che trasmetta ai ragazzi gli strumenti con cui leggere e interpretare il mondo, per imparare ad affrontarlo.

Oggi più di ieri è necessario stilare delle priorità e mettere al centro l’importanza di mantenere i ragazzi impegnati nel processo di apprendimento, senza ansia della performance. Dobbiamo avere il coraggio di fare un cambio di passo e mettere in primo piano la trasmissione delle competenze, cercare di spingere i ragazzi non tanto ad eseguire esercizi a casa, ma soprattutto a riflettere sul senso di questo lavoro.

Certo, non è facile.

Gli insegnanti si sono ritrovati, da un giorno all'altro, a dover imparare e a dover utilizzare strumenti per la didattica a distanza e a pianificare nuove modalità di interazione per riuscire a portare avanti il loro lavoro e continuare ad essere un punto di riferimento per i loro alunni. A tutto questo si accompagnano l'ansia e lo stress di dover portare a termine, nel migliore dei modi, il programma scolastico.

I gruppi Whatsapp e i social traboccano in questi giorni di sfoghi da parte di mamme e papà che litigano con i figli per convincerli a studiare e a mantenere un minimo di disciplina. Già provati dai disagi del lavoro da casa, oltre che dall’ansia per un'emergenza sanitaria che si sta traducendo in emergenza economica e sociale, i genitori si trovano a dividere con i figli spazi domestici spesso troppo stretti e dotazioni tecnologiche (spesso insufficienti) per studiare e lavorare.

Questa emergenza ci dà l’opportunità di ragionare sui valori e gli strumenti essenziali trasmessi da scuola e famiglia, in un’epoca in cui le informazioni sono anche troppe. 

Secondo la Task Force istituita dal Miur per le emergenze educative, in questa fase drammatica, il primo obiettivo rimane quello di non perdere per strada i più deboli e i meno attrezzati.


Nessun bambino può correre il rischio di restare indietro.


Come sottolinea Save The Children, una particolare attenzione andrebbe riservata alle attività di didattica con BES (Bisogni Educativi Speciali) e DSA (Disturbi specifici dell’Apprendimento). 

Questi ragazzi potrebbero riscontrare, infatti, maggiori criticità nell'organizzazione quotidiana dello studio a casa nella situazione attuale: gestione dei tempi e delle pause, seguire una didattica personalizzata e accedere a contenuti adatti alle loro caratteristiche di apprendimento, nonché ricevere feedback personalizzati, che guidino il loro percorso di conoscenza.


Consigli per gli insegnanti:

  • Non limitarsi alla sola assegnazione di compiti, come lo svolgimento di esercizi su schede da stampare o pagine da leggere sullo schermo del computer, ma favorire sempre l’interazione alunno/docente e il coinvolgimento attivo del ragazzo. 

  • Definire in anticipo un orario settimanale di video-lezioni e interazioni online cercando di pianificare una distribuzione che faciliti la presenza attiva davanti allo schermo. Sappiamo che l'attenzione dopo i 40 minuti ci abbandona. È quindi importante strutturare dei momenti di pausa.

  • Promuovere l'apprendimento cooperativo in piccoli gruppi virtuali per sollecitare la relazione e il dialogo tra gli studenti e limitare gli effetti psicologici dell'isolamento.

  • Prevedere una personalizzazione del materiale da studiare e dei compiti da svolgere, facendo riferimento agli strumenti compensativi e alle misure dispensative previste dal PDP, evitando il carico cognitivo.

  • Creare rete con i propri colleghi: il gruppo è più forte del singolo e attraverso il confronto e lo scambio di idee si stimolano risorse e si alleggerisce il carico di stress

  • Prendersi delle pause dal ruolo di insegnante e nutrire la vostra persona. Con la didattica online il carico di lavoro per l'insegnante sembra aumentato e il rischio di fare gli insegnanti 24/7 è dietro l'angolo.


Consigli per i genitori:

  • Coltivare una buona alleanza scuola-famiglia per potersi coordinare e lavorare insieme avendo come obiettivo primario il benessere dei ragazzi.

  • Organizzare una pianificazione settimanale delle attività da svolgere in casa mantenendo il giusto equilibrio tra apprendimento, riposo e gioco.

  • Mantenere le routine legate all'orario della sveglia, dei pasti, delle ore dedicate allo studio e alle attività ludiche.

  • Sintonizzarsi con i bisogni dei propri figli e figlie che spesso vengono espressi con il non verbale ed atteggiamenti in apparenza contraddittori.

  • Rispettare i loro spazi e i loro tempi. In alcune occasioni saranno i silenzi che andranno rispettati, parlano anche quelli, in altre la porta chiusa della cameretta ci farà capire il bisogno di avere un po' di privacy ed intimità.

  • Sperimentatevi nel dialogo, nell'ascolto e nel confronto creando uno spazio di condivisione dove poter aprire il cuore e veicolare le emozioni. I vissuti dei ragazzi potrebbero essere simili ai nostri e condividerli potrebbe essere un modo funzionale ad incanalarli e dar loro una forma. Un'idea potrebbe essere quella di creare un collage o un disegno di gruppo dove ogni membro della famiglia esprime il proprio vissuto attraverso immagini e colori, dando voce al proprio mondo interiore e condividendolo all'interno della famiglia.

  • Ricordarsi che non siete solo genitori! 😉


Queste considerazioni sono nate negli ultimi mesi dove lo sportello di ascolto psicologico che effettuavo presso alcuni istituti scolastici è stato trasferito online. Mi sono spesso confrontata con la mia equipe di riferimento, insegnanti, dirigenti scolastici e genitori accorgendomi di quanto il "fare rete" sia oggi giorno la risorsa principale che abbiamo per vivere questo momento e sfruttarlo per costruire il futuro.

Se vi va, scrivetemi nei commenti le vostre esperienze, riflessioni o domande rispetto a questo tema.

282 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page