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Tra illusione e realtà: quanto la nostra mente mente?


L'illusionista Gaetano Triggiano durante una sua performance



Vi è mai capitato di essere spettatori di un'illusione? Di sperimentare stupore, meraviglia, incredulità e una sensazione di disorientamento davanti ad un trucco di magia che vi ha fatto dire "è impossibile sia successo ciò che ho appena visto!"?

La magia è una delle forme d'arte più antiche. Sin dai tempi lontani i maghi hanno sconcertato e stupito il loro pubblico, creando illusioni e rendendo possibile l'impossibile.

Per magia non intendo stregoneria bensì l'arte drammatica che simula la violazione delle leggi naturali usando principalmente procedure di inganno molto efficaci. Quello messo in scena dal prestigiatore è un inganno "onesto" che depista i nostri sensi e ci regala un sogno facendoci immergere in una realtà fantastica.

La maggior parte dei trucchi rimane gelosamente custodita dai maestri dell'illusione anche se noi, quando ci troviamo ad essere spettatori di un atto magico, cerchiamo in tutti i modi di scoprirli.

Anche oggi, in una società guidata dalla scienza e dalla tecnologia, rimaniamo ancora attratti dall'esperienza di cose che crediamo impossibili. Questa fascinazione può essere ricondotta ad una spinta psicologica profondamente radicata nella mente umana, ovvero esplorare cose che non capiamo e trovarne un senso logico.

Molti studiosi, come il dr. Gustav Kuhn, illusionista e ricercatore esperto di psicologia cognitiva presso la Goldsmiths University di Londra, studiano la magia per ottenere informazioni su come e perchè le nostre menti sono ingannate così facilmente. La magia crea un conflitto tra le cose che pensi possano accadere e le cose che vivi. Il vero segreto dietro alla magia sta nelle tecniche psicologiche che sfruttano le limitazioni nel modo in cui funziona il nostro cervello!

I recenti studi sulla misdirection, ovvero l'arte di spostare e quindi controllare l'attenzione dello spettatore, padroneggiata dagli illusionisti, dimostrano che la nostra percezione è piena di lacune e buchi, molto più di quanto pensiamo.

Le ricerche di Kuhn hanno importanti implicazioni anche al di fuori dello spettacolo di magia, ovvero nel mondo reale. Spesso sopravvalutiamo le nostre capacità cognitive, o sottovalutiamo la misura in cui la nostra attenzione è facilmente manipolabile. Un esempio è l'utilizzo del telefono alla guida o il ricevere una notifica sullo smartphone mentre stiamo leggendo il giornale: la nostra attenzione su ciò che stiamo facendo si riduce drasticamente, compromettendo la riuscita dell'attività che stiamo svolgendo.

Se prendiamo in considerazione la nostra vista, senso che influenza molti dei nostri pensieri e comportamenti al punto che, spesso non crediamo alle cose finchè non le vediamo con i nostri occhi, ci rendiamo conto che le nostre esperienze visive sono molto meno affidabili di quanto pensiamo. È relativamente facile distorcere la nostra esperienza percettiva e queste distorsioni diventano molto evidenti quando guardiamo un'illusione visiva:


Le illusioni visive si verificano quando c'è una discrepanza tra la nostra esperienza percettiva e il vero stato del mondo. Nell'illusione di Müller-Lyer, ad esempio, la linea superiore appare più corta di quelle inferiori, sebbene abbiano esattamente la stessa lunghezza.

Siamo spesso sorpresi dal modo in cui queste illusioni ci ingannano, ma di fatto, tutta la nostra percezione è un'illusione.

La psicologia della Gestalt ha evidenziato come, di fronte ad un insieme di percezioni, colui che percepisce tende ad organizzare i diversi stimoli in maniera coerente secondo schemi precostituiti, ed il tutto crea qualcosa di diverso dall’insieme delle parti.



Un altro esempio è il cubo di Necker dove all'interno di un insieme di oggetti presenti sul piano dell’immagine viene identificata una forma geometrica (un cubo), che in realtà non esiste. Si tratta di un oggetto virtuale che viene “costruito” dalla percezione dell'osservatore.

La percezione è qualcosa di più di una semplice “ricezione” passiva di stimoli. La mente umana organizza attivamente gli stimoli provenienti dall’esterno cercando di ottimizzare le nostre energie e semplificando la complessità. La tendenza a ricercare categorie in cui incasellare gli eventi e le cose nasce da un bisgono di coerenza e di omogeneità di senso e significato.

Intuitivamente pensiamo siano i nostri occhi che ci permettono di catturare immagini veritiere del mondo. In realtà la nostra esperienza visiva deriva da complessi processi neuronali che fanno stime intelligenti su come è il mondo. E come per tutte le previsioni, non sono mai corrette al 100%. Questo porta ad errori e sono proprio questi errori di percezione che i maghi sfruttano nei loro spettacoli.

Il fatto che “non vediamo la realtà ma quello che si attiva nei nostri sensori" e quindi che la realtà sia un'illusione, non significa che lo siano anche le nostre azioni e scelte. Le nostre azioni dipendono da ciò che percepiamo e come lo interpretiamo, sono reali e quindi ne siamo responsabili.

Tutto ciò ci apre a molte riflessioni sul nostro modo di percepire e vivere la realtà circostante, sul libero arbitrio, sulle nostre credenze e convinzioni, su ciò che orienta il giudizio e la critica, sulle nostre aspettative che spesso dominano il nostro presente, su quanto sia facile aderire in modo acritico a "verità" calate dall'alto in particolare rispetto al modo in cui elaboriamo le fake news e la disinformazione che ci circonda.


Numerosi studi ci mettono in guardia su quanto le nostre idee su ciò che è reale o falso sono più malleabili di quanto pensiamo e che anche quando la fonte di un video falso viene screditata o una storia viene messa in discussione, possiamo ancora essere inclini a crederci.

I ricercatori hanno affermato che è necessario più lavoro per determinare cosa si può fare per impedire alle persone di essere influenzate da false narrative e quali potrebbero essere gli impatti a lungo termine dell'esposizione a fonti di disinformazione.

L'illusionista rende possibile l'impossibile ma fuori dal campo visivo c'è la soluzione (pensiero tangenziale - pensiero creativo). L’illusione non avviene mai sulle o nelle carte, ma sempre nella mente dello spettatore.

È quando le sue convinzioni/convezioni sul mondo vengono infrante che avviene l’attimo “magico”, dove, per un secondo, l’impossibile diventa possibile. Prendere parte a una tale esperienza attiva speranza e curiosità nello spettatore il quale sperimenta qualcosa di straordinario inteso come fuori dall'ordinario. Walter Rolfo nel suo libro "L'arte di realizzare l'impossibile" ha messo in evidenza come la magia sia la più avanzata forma di problem solving. Abbiamo la tendenza al pensiero verticale e aristotelico e la magia ci insegna a trovare sempre una strada alternativa.

Per approfondire l'argomento vi consiglio:



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